Cosa esce dai nostri rubinetti :
Affinché un’acqua possa essere considerata potabile, deve essere pura, non deve contenere microorganismi e parassiti né altre sostanze in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute, deve essere anche priva di colore, odore, chiara e fresca. Infatti solo quella fredda è potabile, perché nell’impianto della calda, l’acqua spesso rimane troppo a lungo ad una temperatura che è ottimale per lo sviluppo dei batteri.
Oggi il consumo di acqua del rubinetto è notevolmente diminuito rispetto a prima e le cause, oltre al timore che ciò che beviamo non sia sicuro o salubre, è anche il suo cattivo sapore, la sua troppa durezza o il fastidioso gusto di cloro. Recenti studi hanno mostrato una correlazione tra l’assunzione prolungata di acque clorate e l’aumentato rischio di cancro alla prostata, vescica e retto.
Per poter entrare nelle nostre case, l’acqua deve rispettare parametri fissati dall’organizzazione mondiale della Sanità. Sostanze come cloriti, arsenico, fluoro, trialometani e tante altre sono tollerate fino ad una certa soglia.
Secondo dei controlli effettuati sul territorio italiano, riguardo ai limiti di potabilità, la distribuzione geografica dei contaminanti mostra una netta prevalenza dei composti organo alogenati. I numeri : il 32.82% dei campioni da rubinetto presenta limiti oltre la norma di composti organo alogenati; il 72.82% di trialometani; il 77.44% di entrambi. E nell’acqua dei nostri rubinetti sono state trovate anche tracce di medicinali, quali antibiotici, ansiolitici ed anti-infiammatori.
“I risultati ottenuti indicano elementi di criticità igienico-sanitaria nelle abitazioni, dovuti soprattutto alla presenza di contaminanti di natura chimica (composti organo alogenati e trialometani) e microbiologica”, spiega il docente di Idrologia e Idrogeologia dell’Universita Federico II di Napoli, Massimo Imparato, direttore del Ceram e coordinatore dello studio.
Duemila anni fa i romani sapevano fare arrivare acqua buona a centinaia di migliaia di persone. Troveremo anche noi il modo per farlo?
Avevamo già parlato dei pro e contro dell’acqua del rubinetto. Oggi però vogliamo focalizzarci sui contro: infatti consumare acqua del rubinetto può portare a sviluppare delle allergie alimentari.
Secondo quanto riportato dalla rivista scientifica dell’American College of Allergy, l’accumulo nell’organismo di diclorofenoli presenti nei prodotti per uccidere i parassiti delle piante, utilizzati anche per disinfettare l’acqua, è associato alla comparsa di allergie alimentari.
Elina Jerschow e colleghi dell’Albert Einstein College of Medicine di New York hanno identificato 1.427 casi di allergia fra 2.211 degli individui coinvolti nella US National Health and Nutrition Examination Survey caratterizzati dalla presenza di quantità misurabili di diclorofenoli nelle urine.
Livelli elevati di pesticidi contenenti dicolorofenoli potrebbero ridurre la tolleranza ai cibi in alcune persone e che queste molecole si trovano anche nell’acqua potabile che sgorga dai rubinetti.
La scoperta potrebbe almeno in parte giustificare l’aumento delle allergie alimentari registrato negli ultimi anni. Preferire l’acqua imbottigliata a quella del rubinetto non sembra, però, sufficiente a risolvere il problema. Altre fonti di diclorofenoli, come la frutta e la verdura trattate con pesticidi, potrebbero giocare un ruolo più importante nel causare le allergie alimentari.
Diventa chiaro come l’acqua depurata sia l’unica che può garantire la soglia minima di sicurezza a riguardo.